
Amedeo Avogadro
In suo onore è stata denominata la specie AVOGADRITE (KBF4) (1926).
Chimico e fisico italiano. Figlio del conte di Quaregna e Cerreto, magistrato e senatore del Regno di Sardegna, si laureò in giurisprudenza nel 1796 presso la Facoltà di Legge dell’Università di Torino. Nei primi anni dell’800 maturò la sua vocazione scientifica seguendo le lezioni del fisico A. M. Vassalli Eandi e presentò le sue prime memorie all’Accademia delle Scienze di Torino, di cui divenne socio corrispondente nel 1804 e poi socio ordinario nel 1819. Nel 1809 fu nominato professore di matematica e fisica al Regio Collegio di Vercelli e da qui, nel 1811, inviò al parigino Journal de Physique, d’Histoire Naturelle et des Arts l’articolo che lo renderà celebre, in cui propose la sua ipotesi fondamentale sulla costituzione della materia, riprendendo le intuizioni sulla natura dello stato gassoso di J. L. Gay-Lussac e precisando la distinzione tra atomi e molecole, confusamente proposta, già nel 1801, da J. Dalton. È del 1814 il famoso enunciato della legge sui gas che porta ancor oggi il suo nome e che lo imporrà, in seguito, come uno dei fondatori della moderna chimica-fisica. Nel 1820 venne nominato una prima volta professore di fisica presso l’Università di Torino e, da quel momento, intraprese un’intensa attività scientifica, volta alla determinazione dei pesi atomici e molecolari. Dopo alterne vicende, nel 1834 gli fu nuovamente assegnata la cattedra di fisica presso l’Università di Torino, in precedenza soppressa per motivi politici, e negli anni successivi, pienamente reintegrato nella comunità accademica torinese, proseguì la sua indagine sui diversi aspetti del mondo atomico-molecolare, pubblicando (dal 1834 al 1841) la celebre opera Fisica de’ corpi ponderabili, in quattro volumi di circa mille pagine ciascuno, sulla quale il chimico siciliano Stanislao Cannizzaro baserà la sua determinazione dei pesi atomici degli elementi. Con il primo congresso chimico internazionale di Karlsruhe nel 1860, pochi anni dopo la sua morte, in cui lo stesso Cannizzaro divulgherà le sue ipotesi sulla costituzione della materia, avrà inizio la sua definitiva affermazione internazionale che lo renderà una figura di spicco nella storia della scienza, ed al cui nome verrà dedicata una delle costanti fondamentali della chimica (il Numero di Avogadro).
Da Wikipedia
Nacque in un'antica famiglia nobile piemontese da Anna Vercellone di Biella e da Filippo Avogadro, conte di Quaregna e di Cerreto, il quale fu senatore del Regno di Sardegna e alto magistrato.Amedeo fu un brillante studente; si laureò a vent'anni nel 1796 in diritto canonico e iniziò a praticare. Ben presto però si dedicò allo studio della fisica e della matematica, le sue scienze preferite, e nel 1809 cominciò ad insegnarle al collegio di Vercelli (dove la sua famiglia aveva dei possedimenti).
Durante la sua permanenza a Vercelli scrisse una memoria nella quale formulò un'ipotesi che viene oggi chiamata Legge di Avogadro e che siamo abituati ad esprimere nella forma:
« volumi uguali di gas diversi, alla stessa temperatura e pressione, contengono lo stesso numero di molecole »
Spedì questa memoria al Journal de Physique, de Chimie et d'Histoire naturelle di De Lamétherie e venne pubblicata nell'edizione del 14 luglio 1811 con il titolo Essai d'une manière de déterminer les masses relatives des molecules élémentaires des corps, et les proportions selon lesquelles elles entrent dans ces combinaisons.
La Legge di Avogadro implica che le relazioni tra i pesi di volumi identici di gas differenti (a temperatura e pressione uguale), corrispondono alle relazioni tra i rispettivi pesi molecolari. Quindi i pesi molecolari relativi possono essere calcolati dal peso dei gas.[2]
Avogadro sviluppò questa ipotesi dopo che Joseph Louis Gay-Lussac pubblicò la sua legge sui volumi (e i gas combinati) nel 1808. La principale difficoltà che Avogadro dovette risolvere fu la grande confusione che regnava al tempo su atomi e molecole – uno dei più importanti contributi del lavoro di Avogadro fu quello di distinguere gli uni dalle altre, ammettendo che anche particelle semplici potessero essere composte da molecole, e che queste ultime sono composte da atomi. John Dalton, ad esempio, non considerava questa possibilità. Avogadro in realtà non usò la parola "atomo" in quanto i termini "atomo" e "molecola" erano usati in maniera quasi indistinta. Egli considerava l'esistenza di tre tipi di "molecole", comprese le "molecole elementari" (i nostri "atomi"). Oltre a ciò, diede una particolare attenzione alla definizione di massa, come distinta dal peso.[3]
Con sospetto entusiasmo prese parte ai movimenti politici rivoluzionari del 1821 (contro il re di Sardegna), cosicché due anni dopo venne rimosso dalla sua posizione (o, come venne dichiarato ufficialmente, l'università era «lieta di permettere a questo interessante scienziato, di prendere una pausa di riposo dai pesanti doveri dell'insegnamento, in modo da essere in grado di dare una migliore attenzione alle sue ricerche»). Quando la sua cattedra di Fisica Sublime all'Università di Torino fu ripristinata nel 1832 venne infatti affidata al celebre Cauchy, che l'abbandonò circa un anno dopo. L'insegnamento fu così nuovamente assegnato ad Avogadro, il quale lo tenne fino al 1850.[4]
Con il tempo il suo isolamento politico venne gradualmente ridotto, in quanto le idee rivoluzionarie ricevevano una crescente attenzione da parte di casa Savoia, fino a quando nel 1848 Carlo Alberto emise una costituzione moderna (lo Statuto Albertino). Ben prima di ciò (1833), a seguito della crescente attenzione per i suoi lavori, Avogadro venne richiamato all'Università di Torino, dove insegnò per altri venti anni. Morì nel 1856 e venne sepolto nel cimitero di Quaregna in provincia di Biella.[5]
Molto poco si sa della sua vita privata e della sua attività politica; nonostante il suo aspetto sgradevole (almeno a giudicare dalle rare immagini trovate), era conosciuto come un discreto tombeur de femmes anche se uomo religioso e devoto a una vita sobria. Ebbe otto figli nessuno dei quali seguì le orme paterne. Molti studi storici confermano che patrocinò e aiutò alcuni cospiratori sardi che stavano organizzando una rivoluzione sull'isola, bloccata all'ultimo momento dalla concessione dello statuto da parte di Carlo Alberto. Alcuni dubbi comunque permangono, considerando l'esiguità delle prove.[6]
Avogadro occupò incarichi pubblici in statistica, meteorologia, e pesi e misure (introdusse il sistema metrico decimale in Piemonte) e fu un membro del Reale Concilio Superiore sulla Pubblica Istruzione.
Bibliografia
- Amedeo Avogadro, Mémoire sur les Chaleurs spécifiques des corps solides et liquides, Paris, Crochard, 1833.
- Amedeo Avogadro, Nouvelles recherches sur la chaleur spécifique des corps solides et liquides, Paris, Crochard, 1834.
- Amedeo Avogadro, Réflexions sur la théorie électro-chimique de M. Berzelius, Paris, chez J. Klostermann fils, 1813.
- Amedeo Avogadro, Sopra un sistema di nomenclatura chimica, Modena, dai tipi della R. D. Camera, 1848.
- Amedeo Avogadro, Proposizione d'un nuovo sistema di nomenclatura chimica, Modena, dai tipi della R. D. Camera, 1844.
- Amedeo Avogadro, Memoria sui calori specifici de' corpi solidi e liquidi, Modena, dai tipi della R. D. Camera, circa 1838.
- Amedeo Avogadro, Saggio di teoria matematica della distribuzione dell'elettricità sulla superficie dei corpi conduttori, Modena, dai tipi della R. D. Camera, 1844.
- Amedeo Avogadro, Note sur la chaleur spécifique des différens corps, principalement a l'état gazeux, Genève, au bureau de la Bibliothèque Universelle, 1840.
- Amedeo Avogadro, Memoria sul calore specifico de' gaz composti paragonato a quello dei loro gaz componenti. Parte 1, Milano, presso Antonio Fortunato Stella, 1816.
- Amedeo Avogadro, Memoria sul calore specifico de' gaz composti paragonato a quello dei loro gaz componenti. Parte 2, Milano, presso la Direzione del Giornale, 1817.
- Amedeo Avogadro, Nuove considerazioni sulle affinità de' corpi pel calorico, calcolate per mezzo de' loro calori specifici, e de' loro poteri refringenti allo stato gazoso, Modena, presso la Tipografia Camerale, 1833.
- Amedeo Avogadro, Memoria sopra la relazione che esiste tra i calori specifici e i poteri refringenti delle sostanze gazose, Modena, presso la Società Tipografica, 1820.
- Amedeo Avogadro, Memoria sulla determinazione delle quantità di calorico che si sviluppano nelle combinazioni per mezzo de' poteri refringenti de' componenti e de' composti, Modena, presso la Società Tipografica, 1820.
- Marco Ciardi, Amedeo Avogadro. Una politica per la scienza., Carocci, 2006 ISBN 88-430-3879-6
- Icilio Guareschi, Amedeo Avogadro, relazione tenuta il 24 settembre del 1911 nell'ambito delle onoranze centenarie ad Amedeo Avogadro. Atti della Reale Accademia delle Scienze di Torino, 1911.
